Il Blog del Pasi
nunc licet intellectualiter intrare in arcana fidei
30.9.05
Nebbia et similia
E per l’ennesima volta mi trovai solo. La stanza buia. Vuota. No. Ero io vuoto. Cupo. La stanza non c’era. Solo una volta fatta di stelle. E di solitudine. Fuori dalla nebbia. La sfuggii nuovamente. Ma sapevo mi avrebbe ripreso. Sapevo che mi sarei lasciato riprendere. Ma ero lucido. Sapevo ciò che cercavo. Ma non volevo trovarlo. Paura. Della nebbia. Ma soprattutto di ciò che c’è oltre. Iniziò la mia gara. Potevo farcela. Ma non volevo farcela, inconsciamente. Cercavo, speravo, credevo, m’illudevo, lasciavo, fuggivo, mi dissuadevo. Mi ero perso. Di nuovo. Nella nebbia. E nella nebbia tutto è così confuso. No. Non è colpa della nebbia. Tutto è chiaro. Ora. Non fu la nebbia. Fui io. E da dove mi trovo adesso posso vedere le personali nebbie. Di moltitudini di creature. Nebbie cupe. Pesanti. E tutti a cercare un lume. Con gli occhi. Ma quella luce non la si vede con gli occhi. Se solo mi fossi fermato ad osservare. Ad osservare il mio cuore. Non sarei qui. Avrei trovato la luce. Ma guardai. Fuori. E vidi. Nebbia.


questa non ricordo quando la scrissi. ma dovevo stare parecchio male.....


Mi stai cercando. Lo so. Ma non mi troverai. Mai. Ti sfuggirò. Mi è rimasto solo questo. Sfuggirti. Non so da dove arrivo e dove sto andando. Ma so che sei lì, dietro di me. Ma io non mi volto. Non ti guardo. Non voglio. Non posso. Solo così tu sparirai.

anche qui stavo poco bene....


Mi sono spesso trovato in giornate come questa. E’ sabato e come al solito mi alzo alle 6.45 e parto verso il lavoro. E’ una giornata come quelle che piacciono a me: piove e le nuvole sono basse. A malapena vedo i ripidi pendii delle mie amate montagne. La primavera sembra essere ancora smarrita, lontana; il freddo sta producendosi in un ultimo, eroico sforzo, la difesa della posizione sta resistendo, ma il Generale Inverno è ormai stanco. Le forze solive si odono già in lontananza, gli stormi della primavera stanno avanzando e fra poco non ci sarà più posto per la neve. La selvaggina è pronta per la transumanza verso lidi più alti. I vecchi, che ancora non hanno abbandonato i propri panni invernali, cominciano ad andare silenziosamente verso orti e vigne. I campi devono essere rivoltati, la terra ha bisogno di aria. La dura lotta contro un terreno duro, freddo ed ostico ha inizio. La millenaria battaglia dell’uomo per la fame viene ancora portata avanti da pochi onesti ed eroici montanari.


malatissimo.....



Pasi
1 Comments:
Anonymous Anonimo said...
yes... really like this post!