Il Blog del Pasi
nunc licet intellectualiter intrare in arcana fidei
4.9.06
4 settembre 2006
serata solita. uscito verso le 10. con nicolaas, manuela e davide. legal. garage. contra. avevo bevuto abbastanza già a casa. più qualche canna. mi sentivo in forma. abbastanza spigliato. più del solito. poi ovviamente la serata è andata come al solito. un paio di due di picche e uno evitato. morale sotto terra. autostima inabissata a livelli indecenti. paranoie che tornano all'attacco. nottata insonne. incubi. ossessioni. e mi sento male perchè sono qui a gridare i miei dolori idioti quando ci sono milioni di bambini che muoiono di fame. miliardi di persone che stanno molto peggio di me. che non hanno di che sfamarsi. e io che mi tormento per cosa? per nulla. penso che passerò la nottata sveglio. me ne andrei in montagna, ma piove. ho preso molta acqua stasera. dicevo del morale sottoterra, accompagnato dall'autostima. siamo alle solite. nulla cambia e nulla cambierà temo. due fattori. incapacità praticamente assoluta del sottoscritto con le donne unita a una buona dose di sfiga. mix letale. ma sono abbastanza forte da sopravvivere. forse sarebbe davvero meglio sparire. andarmene lontano. in qualche landa desolata. fredda. dove il gelo ghiaccia ogni sentimento. un mondo asettico. senza emozioni. senza sentimenti. senza dolore. vuoto. 5 minuti. 5 minuti senza angoscie. senza ossessioni. nè paranoie. nè incubi. ci sono due certezze nella mia vita. l'incapacità totale con le ragazze e la capacità assurda di creare casini a livello economico. forse mi sentirei perso senza queste due cose. ma non lo so. visto che mi hanno sempre gentilmente accompagnato nel corso degli anni. lungo questo tragitto su questo sentiero irto di tranelli. solite ombre che ridono beffarde. soliti ghigni maledetti che giungono alle mie orecchie. e si procede. maledetto sentiero. vorrei tanto poter incamminarmi su un altro percorso, ma a quanto pare non mi è concesso. devo pertanto procedere. senza alternative. e così farò. anche se inizio ad essere stanco. dormire inizia ad essere molto difficile. addormentarsi è una delle cose che più mi riesce difficile. svegliarsi è altrettanto arduo. arrivare a casa la sera e trovarla vuota, fredda. poi sognare un po' di calore. per poi svegliarsi di nuovo al freddo. non so cosa sto scrivendo. ho mille pensieri diversi che vagano nel mare inquieto che c'è nella mia scatola cranica. vagano idefiniti come io vago indefinito in questo mondo. vagabondare amaro. non so davvero più dove sbattere la testa. cosa fare. dove andare. cosa cercare. dove guardare. se sperare. caos. fare piccoli passi in avanti con molti sacrifici per poi indietreggiare di molto in poco tempo. sognare. fottuti sogni. a occhi aperti. a occhi chiusi. sogni maledetti. sogni ingannevoli. sogni dolci che non fanno altro che acuire gli amri risvegli. sogni beffardi. sogni inevitabili. sogni immortali. 5 minuti. magari 10. e sono le 4 del mattino. e orfeo è ancora distante. ululererei alla luna, se solo la si potesse vedere in questa notte piovosa. leccarsi le ferite. è una delle attività più frequesnti. mi capita molto spesso. gioire. mi capita molto meno. però capita. per esempio gioisco quando vedo un amico felice. o quando abbiamo vinto i mondiali di calcio. o quando....boh. forse non gioisco poi così spesso. ma chi se ne frega. probabilmente non riesco ad adattarmi a questo mondo. peccato che sia l'unico in cui si possa vivere. almeno penso. forse ci sono altre altre alternative. chi lo sa. forse no. forse sono semplicemente cattivo e merito tutto questo. forse è solo ed esclusivamente colpa mia. se mi volto indietro cosa vedo? cosa ho ottenuto? cosa ho dato? mi spaventa voltarmi indietro. e guardare avanti mi angoscia. intrappolato. un po' di coraggio. ecco cosa mi manca. per fare cosa? beh questo non lo so. il coraggio può aiutare. ma può anche essere molto pericoloso. e io ho paura dei pericoli. paura di esserne vinto. paure che sempre mi attanagliano e sempre mi convincono a lottare. lotta che porta quasi sempre ad una sconfitta. ma non alla morte. molte ferite. ma oramai ci sono abituato. per distruggermi ci vuole ben altro. so togliermi i coltelli dalla schiena. perfino dal cervello. dal cuore. andare a letto distrutti e svegliarsi devastati. è per questo che stanotte non vado a dormire. non entro in camera. non entro in quel letto. non voglio chiudere gli occhi. non voglio sognare. non voglio illudermi. non voglio svegliarmi deluso. preferisco mantenere questo stato. non voglio grida notturne. non so neanche cosa voglio realmente. tutto e nulla. e mi accontenterei di poco. pochissimo. troppo. non so che cosa ho. stato d'animo pietoso. sempre che abbia un animo. vediamo. autostima inesistente. morale sotto terra. certezze nessuna. casini diversi. salute lontana. buona dose di insicurezze. collezione di scheletri, due di picche e idiozie nell'armadio considerevole. si potrà vendere questa roba su e-bay? piove, cazzo. non posso nemmeno prendere ed uscire nella natura. cioè potrei farlo ma mi prenderei una bronchite. ed è meglio non peggiorare la situazione. connessione ad internet che non funziona. e quando funziona è a singhiozzo. torno in italia il 14 settembre. e avevo intenzione di fermarmi a milano fino al 15 sera. ovviamente per il 15 è stato indetto sciopero nazionale dei mezzi pubblici. come messaggio di ben tornato non c'è male. beh me lo aspettavo. mi sarei quasi stupito del contrario. ha smesso di piovere. sorta di congiunzione astrale sfavorevole. oppure semplice sfiga. oppure ancora più semplicemente me stesso. oppure. sono le 7 e 40. non ho dormito. e ho preso solo un paio di caffè. niente incubi. niente ossessioni notturne. niente spettri che tornano a farmi visita. niente sogni. niente risveglio traumatico. sarebbe bello poter continuare, ma non è possibile. almeno penso. e comunque sarebbe parecchio idiota. anche se le cose idiote mi piacciono parecchio. colazione con pancetta bruciata e formaggio. e un caffè. poi non so cosa farò. probabilmente me ne vado a fare in culo. che tra le altre cose è una delle attività che mi riesce meglio. assieme a spaccare le balle con 'sto blog. ragnarokkr. ecco. ieri sera ero in serata ragnarokkr. che poi vuol dire fine dei tempi. apocalisse. ecco come mi sentivo. e stamattina mi sento molto solitario vagabondo che ha imboccato il sentiero sbagliato ma che imperterrito prosegue senza tornare indietro. mi sento come un marinaio col mal di mare. come un uccello con le vertigini. come me stesso. fuori luogo. sbagliato.


Nichilista
1 Comments:
Anonymous Anonimo said...
..sono lontano fisicamente, ma vicino a te col pensiero.
A volte si legge sui giornali, si sente in televisione, che i giovani di oggi siano superficiali ed insensibili; mi auguro che ce ne siano di queste persone; che ci sia qualcuno che cresce cieco, che non si faccia domande, che vive senza tormentarsi ogni volta che il cervello resta libero dalle mille incombenze della vita, senza farsi esplodere la testa con altretanti mille rompicapi, che non si preoccupi del domani.
Bisognerebbe ripartire da se stessi. Avere la forza di prendere coscienza di ciò che si è. Guardarsi allo specchio può essere un'esperienza devastante; quello che si vede può non piacere affatto, ma bisogna imparare a stare in piedi da soli, a correre ed essere veloci per non finire in pasto ai lupi che cercano ovunque di predarti. E dopo aver preso coscienza di ciò che si è ci si deve una direzione su dove si vuol andare. Facile a dirsi, ma a metterlo in pratica... si aprono voragini piene di domande e dubbi la cui risposta è spesso ambigua quando si inizia a riflettere su ciò che si è, sul cosa si sta facendo e sul cosa si vuole fare. Per quanto mi riguarda il tormento è quotidiano ed incessante. A volte vorrei bruciarmi le terminazioni nervose per non sentire più il dolore.
Ci vogliono poi forza e coraggio. Il coraggio di affrontare le battaglie quotidiane e quelle più lunghe, che durano mesi, anni ... il coraggio di cacciare gli spettri che affollano la mente e la stupidità di mettersi in gioco senza temere le conseguenze. Lanciarsi con la stessa determinizione con cui don Chisciotte si lanciava contro i mulini a vento (che per me sono Dio).
Ci vuole forza, ma dove la si trova? in parte nella rabbia repressa, ma per la maggior parte nelle persone che ci vogliono bene. E' per loro che ha senso combattere. E' per loro che ha senso vivere.
notte.
Ungod