il vento soffiava forte come ogni sera. era autunno inoltrato e le giornate erano relativamente corte. e il vento soffiava. almeno così pareva. gli alberi che ondeggiavano, le persiane che sbattevano come ali impazzite. cartacce che svolazzavano impunemente nell'aria. stranamente nessuno in giro. strade deserte. nessuna auto. nessun movimento. solo lui. che a fatica stava in piedi. stanco per il lungo viaggio. e il vento aumentava. silente. perchè lui non lo udiva. strana sensazione. strana ed angosciante. sentire il vento sulla propria faccia ma non udirlo. impossibile si direbbe. e così pensava lui. sto sognando, fu il suo primo pensiero. perchè è assurdo non udire un tal vento. forte, che spinge quasi a terra. ma nessun rumore. nemmeno il frusciare degli alberi. nè le persiane sbatacchiare. nulla. silenzio. assurdo. e nessuno in giro. tutto sembrava morto. tutto sembrava assente. come se tutto se ne fosse passato. come se il tempo non esistesse più. e lui girava. camminava. correva. spaventato. ansimante. angosciato. alla ricerca di qualcuno. di qualcosa. di un rumore. di una voce. di un sussurro che potesse confermargli di esser vivo. ma nulla di tutto questo. ad ogni angolo sperava di poter svoltare ed incrociare con lo sguardo qualcuno. niente. percorreva le strade conosciute sperando di avvistare una presenza umana. o anche un animale. ma oramai anche la speranza stava andandosene. così some pareva che tutto avesse lasciato questo paese. arrivato a casa non trovò nessuno. nè si aspettava nulla di differente. accese il televisore ma nessuna immagine nè suono ne fuoriusciva. e si accorse anche che nessun rumore esisteva più. nemmeno quello dei propri passi. temeva di essere diventato sordo. gridò. e sentì la propria voce disperate distruggere il silenzio. non era sordo. era solo. uscì di casa e salì in macchina. guidò per qualche ora senza incontrare nulla. cosa poteva essere successo? fino a qualche ora prima stava pranzando coi colleghi. poi andò in bagno. l'ultimo rumore che si ricordava era quello dello sciaquone. poi il silenzio. era come se avesse gettato nel cesso il creato. e avesse tirato l'acqua. si mise a ridere. un sorriso amaro. disperato. si chiedeva se fosse stata davvero opera sua. millenni di evoluzione distrutta in sol colpo. e di nuovo un sorriso sul suo volto angosciato. questa volta il sorriso era malefico. un ghigno mellifluo. il piede pesante sull'acceleratore. risate forti permeavano l'abitacolo. ed uscivano dal finestrino abbassato. l'umanità annientata in sol colpo. ghigno. così semplicemente. senza sforzi. adesso rideva incontrollato. la sensazione di smarrimento spariva velocemente. l'angoscia veniva sostituita dalla consapevolezza. e il dolore si tramutò in gioia suprema. sapeva di aver vinto la guerra. senza armate infernali. satana aveva sconfitto dio. con un colpo di sciaquone.
Pasi
1. Se Dio è nel creato, allora noi siamo in grado di distruggerlo tramite i succhi gstrici?
2. Se noi siamo in grado di creare, allora siamo anche noi Dio, o almeno ci avviniamo a lui? E' quindi vero che siamo a sua immagine e somiglianza?
3. Se ciò che distruggiamo ed assimiliamo è Dio, si può affermare che Dio è parte di noi?
4. Se per contro seguiamo la scuola di pensiero che teorizza che Dio sia una merda, allora noi, in quanto creatori di questa entità, siamo anche creatori di Dio?
5. Assumendo che la risposta alla precedente domanda sia affermativa, basta schiacciare un tasto (quello dell'acqua del water) per sbarazzarsi di Dio?
Queste sono solo alcune riflessioni che mi sono venute di getto leggendo la tua storiella. Domani, forse, dopo tanto tempo andrò a messa, giusto per ripassare qualche litania che voglio poi bestemmiare.
Written by "Ungod".