Il Blog del Pasi
nunc licet intellectualiter intrare in arcana fidei
20.11.08
Dictatus Pasii
negli ultimi giorni ce l'ho un po' con l'umanità in generale. non sopporto più il fatto che tutti giudicano tutti. ho già espresso il concetto in un post precedente. perchè dobbiamo giudicare? non sarebbe meglio cercare di capire. standosene zitti un po'. invece parliamo e giudichiamo. a volte si arriva a capire le persone quando non ci sono più. non sarebbe meglio farlo prima? negli ultimi giorni mi capita spesso di riflettere sul concetto di felicità. non sono felice. probabilmente non lo sono mai stao. eliminerei quel probabilmente. la cosa mi intristisce, e anche parecchio. c'è una cosa che mi dà fastidio: il fatto che qualcuno mi dice che dovrei pensare ad altro, non focalizzare su ciò che mi rende triste. un bambino di 7 anni dà consigli più intelligenti. secondo voi sono così autolesionista da pensare a quello che mi angoscia apposta? sarò scemo, ma non così tanto!!! farei volentieri a meno dei pensieri che mi turbano, ma siccome non mi riesce di evitarli, allora è meglio farsene una ragione ed imparare a conviverci. e poi dove risiede la felicità? è una cosa talmente soggettiva che pensare di avere la soluzione per i mali altrui è egocentrismo puro. quello che dà la felicità ad una persona non è detto che la dia ad un'altra. per esempio un prete trova la felicità nel seguire la parola di dio. su quella strada non penso che troverei la felicità. sentirsi dire che si deve essere felici è una delle cose più stupide che le proprie orecchie possono sperimentare. non si diventa felici a comando, purtroppo. e se quello che ci potrebbe dare la felicità è lontano, e mai raggiunto, chi dà il diritto agli altri di trarre conclusioni e criticare? non sono felice, di conseguenza sono perennemente negativo, pessimista, triste. anzichè dare un giudizio morale e criticare, non sarebbe più intelligente cercare di capire cosa c'è dietro? prima che sia troppo tardi. ma si sa che è più semplice parlare a vanvera piuttosto che rimanere un attimo in silenzio.

mi sento particolarmente frantumaballe oggi.

penso di essermi incamminato sul solito sentiero. di nuovo. quello che alla fine presenta un "ma". mi chiedo se lo faccio apposta.

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5 Comments:
Anonymous Anonimo said...
pasi...perchè non provi a pensare a qualcosa di diverso? :p
ciao
marty

Blogger Pasi79 said...
posso provare a pensare di pensare qualcosa di diverso. uh?

Anonymous Anonimo said...
Senti, ascolta un cretino, che non è tanto più felice di te. Si affollano troppe problematiche metafisiche nella ricerca della felicità, fra cui le (finora mai falsificate) varianti della Legge di Murphy. Prima di metterti a cercare bulimicamente la felicità, interrogati su cosa sia, per te. Se hai un obiettivo, sai da che parte metterti in cammino. Io non lo so cosa sia per me la Felicità, quindi mi capita di "prenderla in prestito" dagli altri, e ritrovarmi con qualcosa che inevitabilmente mi delude. Ecco, questa è una cosa difficile da evitare, purtroppo. A volte la raggiungi ma non te ne accorgi neanche, perchè non avevi bene in mente cosa stavi cercando, e perchè sei perennemente insoddisfatto di tutto e quindi la distruggi e la dissolvi nel momento stesso in cui la fagociti, e inizi già a chedere "di più". Un po' come la nebbia, che da lontano sembra un muro ma quando ci sei in mezzo ti rendi conto che è inconsistente, e non cosi impenetrabile come sembrava. Già in tanti hanno tentato la strada dello smettere di desiderare, così non ti affanni dietro qualcosa che non sai neanche cosa sia nè come la raggiungerai nè se la saprai riconoscere quando ce l'avrai davanti. E ti risparmia un sacco di seccature nella forma della frustrazione, della delusione, dell'insoddisfazione, e via dicendo. Concordi pienamente con te sul fatto che non si possono pilotare i pensieri, che vengono così, e che chiunque ti dica "ma pensa ad altro" in realtà ha solo pescato una frase dalla raccolta di banalità per togliersi la spina dal fianco e stare tranquillo per un po'. La maggior parte delle persone che vedi intorno a te e che sembrano felici probabilmente non si sono mai chieste cosa sia la felicità; funziona un po' come nei cartoni animati: finchè non ti accorgi che hai il vuoto sotto i piedi continui a camminare a mezz'aria senza problemi; però nel momento in cui osservi l'abisso non puoi che cadere, e sopravvivi solo se sai di cosa sei fatto, e che hai puoi rialzarti anche dalla buca a forma di corpo che hai appena fatto. La vita è ingorda di se stessa e mai sazia, e quando ha inghiottito qualcosa subito lo piange di nostalgia, e inizia a reclamare altro cibo. L'unico modo per placare la sete è bere dal pozzo di significato in cui tu puoi immergere la tua esistenza (questa cosa la disse Cristo meglio di me, onore al merito), non affannarti a trangugiare ogni pozza d'acqua che trovi in giro. 'Spe' che mi son perso. Insomma, tutto il tuo ragionamente è coerente e comprensibile, solo che - come dicono i filosofi - è "mal posto". Affronta tutto da un altro punto di vista (a cui spero di averti indirizzato) e anche se di certo non ti illumina, magari domani ti svegli con un po' di comprensione in più delle cose. Un proverbio russo dice: non dare la caccia a due conigli, o non ne prenderai neanche uno. Se vuoi raggiungere la felicità, dalle prima una forma, una che sia tutta tua e non modellata sugli obiettivi che deduci stiano raggiungendo gli altri quando li vedi diretti da qualche parte; escludi poi tutto il resto, e preparati a riconoscerla e fermarla prima che venga di nuovo inghiottita dal furore della ricerca, cerca di trattenerla il più possibile, e se vedi che ti sei sbagliato..beh, ricomincia da capo, che, è Sisifo l'unico stronzo a dover rifare tutto per l'eternità?
Spero si sia capito qualcosa da questo flusso disarticolato di pensieri contorti. E sbagliati, perchè a pradicare son buoni tutti, ma a mettere in pratica le cose...'Notte Pasi! :-)

Blogger Pasi79 said...
caro Matteo noto con piacere che non sono l'unico che si diverte col brainstorming selvaggio... e devo dire che sono d'accordo con quanto dici. l'unica cosa che potrei dire è che io mi sono fatto una idea di quello che potrebbe darmi la felicità, ma mi sfugge. da sempre. è questo che mi destabilizza più passa il tempo. l'insoddisfazione è legata a tante cose e più che essere insoddisfatto mi sa che sono invidioso, la qual cosa è negativa, molto negativa. so quale è il cammino da percorrere, perchè lo percorro da anni, ma non trovo altro che muri di cinta insuperabili, porte chiuse, cespi di rovi, ponti impraticabili e guadi "coccodrillati". e ogni volta è come tornare dall'inizio. e ogni volta i "perchè" ricominciano e aumentano. se la felicità si misura in base alla tranquillità che uno ha, posso senza dubbi affermare che mai l'ho ottenuta. animo inquieto sin da quando me lo ricordo. non ho un solo ricordo felice del passato. nè infelice. tutto piatto, e questo è forse ancor più triste. ottima la tua similitudine con il mondo dei cartoni animati. in effetti è così, finchè non ti accorgi del vuoto, non puoi cadere. allo stesso modo molti non si accorgono di arrivare alla felicità, semplicemente vi si trovano inglobati un bel giorno. io mi sono accorto della mancanza del terreno sotto i miei piedi da qualche anno, ho sperimentato il vuoto e la caduta. e siccome sono conscio di queste cose, mi faccio sì male ma so anche che mi risolleverò da quella buca sagomata come me. il punto della mia peregrinazione mentale (detta anche sega mentale) è che mi sono proprio stancato di sentirmi dire cosa devo pensare o cosa devo provare. sono negativo e pessimista? sì, vero, ma ho anche qualche motivo per esserlo e non penso mi si possa biasimare per questo. e comunque se non avessi un barlume di ottimismo penso proprio avrei già smesso di far girare la mia ombra coi mortali da un pezzo. la cosa che forse dovrei smettere di fare è di dare tutte le colpe a me stesso. è un po' che non tiro in ballo la sfiga e le leggi di murphy, ma mi incolpo. sono io che ho sbagliato tutto, sin dall'alba dei tempi? è un disocrso autodistruttivo che non mi piace ma che ha, purtroppo, delle basi solide per quanto riguarda la mia esistenza.

alla fine però sono contento di essere quello che sono, non vorrei essere nessun'altro, sono il Pasi e non mi sentirei bene ad essere diversamente da così. sarei falso. anche se la falsità aiuta in determinati campi della vita...

Anonymous Anonimo said...
Alle volte quando si è troppo presi dai propri persorsi e trascorsi, si perde la capacità di distinguere i contorni e di notare le sfumature... magari avresti bisogno di guardare alla tua esistenza da un altro punto di vista e sempre magari, potresti farmi sapere come va. Noi nn ci conosciamo, ma mi hai incuriosita (forse pecco di audacia?) ti lascio la mia mail rosamariatrunzo@libero.it scrivimi...